Come curare le Crisi di Ansia
Quando si parla del trattamento dei disturbi di ansia le ricerche dimostrano che la psicoterapia è l’approccio più efficace.
In base ai bisogni di ogni singola persona la psicoterapia è realizzata su misura e personalizzata. Così come la durata del percorso terapeutico sarà determinata dalla gravità e dalla tipologia del disturbo.
Con la psicoterapia psicodinamica, integrata alla psicoterapia cognitivo comportamentale molte persone ottengono miglioramenti significativi entro 6 -10 sedute.
Dopo 30 anni di pratica clinica della psicoterapia con una vasta gamma di persone, ho sviluppato un approccio integrato che può essere personalizzato ed è utile per i miei pazienti. Avendo ricevuto una formazione in psicoterapia psicodinamica e in seguito in psicoterapia cognitiva-comportamentale, tendo a combinare queste due tecniche in quello che è chiamato approccio focale integrato.
Si tratta di una metodologia focale dal momento che procede secondo obiettivi esplicitati e condivisi con il paziente. Consente peraltro di individuare un percorso terapeutico adatto ai bisogni specifici della persona.
L'approccio integrato di psicoterapia per la cura delle crisi di ansia aiuta a far emergere le cause che determinano ansia, preoccupazioni e paure, a guardare le situazioni da un nuovo punto di vista e a sviluppare la capacità di affrontare i problemi per risolverli nella maniera più efficace.
Inoltre aiuta a modificare le modalità negative e distorte con cui si guarda al mondo e a sé stessi, i comportamenti e le emozioni che ne conseguono.
Quindi si elaborano i pensieri negativi o le credenze che contribuiscono all’ insorgere dell’ansia.
Si lavora sul modo in cui ci comportiamo e reagiamo alle situazioni fonte di ansia.
La premessa di base è che i nostri pensieri, non gli eventi esterni, influenzano il modo in cui ci sentiamo. Non sono le situazioni in cui ci troviamo a determinare le nostre emozioni, ma come noi interpretiamo e percepiamo le situazioni stesse.
Uno stesso evento infatti può generare emozioni diverse in persone diverse. Dipende tutto dalle aspettative individuali, attitudini e credenze. Ad esempio, per le persone con disturbi d’ansia, i pensieri negativi alimentano emozioni negative di ansia e paura e comportamenti di evitamento e fuga.
L’obiettivo della psicoterapia nella cura dei disturbi d’ansia è quello di identificare e correggere i pensieri e le credenze negative, e modificare i comportamenti. Se si modifica il modo di pensare e di agire, è possibile cambiare ciò che si prova.
In base ai bisogni di ogni singola persona la psicoterapia è realizzata su misura e personalizzata. Così come la durata del percorso terapeutico sarà determinata dalla gravità e dalla tipologia del disturbo.
Con la psicoterapia psicodinamica, integrata alla psicoterapia cognitivo comportamentale molte persone ottengono miglioramenti significativi entro 6 -10 sedute.
Dopo 30 anni di pratica clinica della psicoterapia con una vasta gamma di persone, ho sviluppato un approccio integrato che può essere personalizzato ed è utile per i miei pazienti. Avendo ricevuto una formazione in psicoterapia psicodinamica e in seguito in psicoterapia cognitiva-comportamentale, tendo a combinare queste due tecniche in quello che è chiamato approccio focale integrato.
Si tratta di una metodologia focale dal momento che procede secondo obiettivi esplicitati e condivisi con il paziente. Consente peraltro di individuare un percorso terapeutico adatto ai bisogni specifici della persona.
L'approccio integrato di psicoterapia per la cura delle crisi di ansia aiuta a far emergere le cause che determinano ansia, preoccupazioni e paure, a guardare le situazioni da un nuovo punto di vista e a sviluppare la capacità di affrontare i problemi per risolverli nella maniera più efficace.
Inoltre aiuta a modificare le modalità negative e distorte con cui si guarda al mondo e a sé stessi, i comportamenti e le emozioni che ne conseguono.
Quindi si elaborano i pensieri negativi o le credenze che contribuiscono all’ insorgere dell’ansia.
Si lavora sul modo in cui ci comportiamo e reagiamo alle situazioni fonte di ansia.
La premessa di base è che i nostri pensieri, non gli eventi esterni, influenzano il modo in cui ci sentiamo. Non sono le situazioni in cui ci troviamo a determinare le nostre emozioni, ma come noi interpretiamo e percepiamo le situazioni stesse.
Uno stesso evento infatti può generare emozioni diverse in persone diverse. Dipende tutto dalle aspettative individuali, attitudini e credenze. Ad esempio, per le persone con disturbi d’ansia, i pensieri negativi alimentano emozioni negative di ansia e paura e comportamenti di evitamento e fuga.
L’obiettivo della psicoterapia nella cura dei disturbi d’ansia è quello di identificare e correggere i pensieri e le credenze negative, e modificare i comportamenti. Se si modifica il modo di pensare e di agire, è possibile cambiare ciò che si prova.
Come gestire i pensieri automatici negativi
Uno strumento molto importante è la Ristrutturazione Cognitiva. Si tratta di un processo attraverso il quale si modificano i pensieri negativi che contribuiscono all’insorgere dell’ansia, sostituendoli con pensieri positivi più realistici. Il processo richiede tre differenti fasi:
Frequentemente, i pensieri negativi fanno parte delle modalità di pensiero acquisite nel corso della propria vita. Ci vuole, dunque, un costante allenamento per interrompere questi modelli di pensiero.
Il trattamento per i disturbi d’ansia inoltre, prevede:
Superare un disturbo d’ansia richiede tempo e impegno, non esistono soluzioni immediate.
La psicoterapia permette di confrontarsi con le proprie paure piuttosto che evitarle. La cosa importante è rimanere centrati sul proprio percorso.
Uno strumento molto importante è la Ristrutturazione Cognitiva. Si tratta di un processo attraverso il quale si modificano i pensieri negativi che contribuiscono all’insorgere dell’ansia, sostituendoli con pensieri positivi più realistici. Il processo richiede tre differenti fasi:
- Identificare i pensieri negativi: nei disturbi d’ansia, le situazioni vengono percepite come più pericolose di quanto non siano realmente. Vuol dire monitorare i propri pensieri per analizzarli, individuando sia le prove che ne supportano la veridicità sia quelle che li disconfermano.
- Mettere alla prova i pensieri negativi, individuando le credenze inutili, e mettere alla prova la realtà delle previsioni negative valutando i pro e i contro del preoccuparsi o evitare le situazioni temute e determinare le reali probabilità che le cose che si temono si realizzino realmente.
- Sostituire i pensieri negativi con pensieri realistici: una volta identificate le predizioni irrazionali e le distorsioni cognitive che caratterizzano i pensieri ansiogeni, si possono sostituire con pensieri nuovi, più realistici e positivi per affrontare e anticipare le situazioni che normalmente provocano ansia.
Frequentemente, i pensieri negativi fanno parte delle modalità di pensiero acquisite nel corso della propria vita. Ci vuole, dunque, un costante allenamento per interrompere questi modelli di pensiero.
Il trattamento per i disturbi d’ansia inoltre, prevede:
- Imparare a riconoscere quando si prova ansia e come si manifesta a livello corporeo.
- Apprendere abilità di fronteggiamento con tecniche di rilassamento per gestire ansia e panico.
- Affrontare le situazioni temute, sia con l’aiuto di strumenti come l’Ipnosi o il Training Autogeno
Superare un disturbo d’ansia richiede tempo e impegno, non esistono soluzioni immediate.
La psicoterapia permette di confrontarsi con le proprie paure piuttosto che evitarle. La cosa importante è rimanere centrati sul proprio percorso.
Bibliografia
- American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: Author
_ Bandelow, B., & Michaelis, S. (2015). Epidemiology of anxiety disorders in the 21st century. Dialogues in Clinical Neuroscience, 17(3), 327–335.
https://doi.org/10.31887/dcns.2015.17.3/bbandelow
- Fonzo, G. A., & Etkin, A. (2017). Affective neuroimaging in generalized anxiety disorder: An integrated review. Dialogues in Clinical Neuroscience
_ Kolesar, T. A., Bilevicius, E., Wilson, A. D., & Kornelsen, J. (2019, January 1). Systematic review and meta-analyses of neural structural and functional differences in generalized anxiety disorder and healthy controls using magnetic resonance imaging. NeuroImage: Clinical, Vol. 24.
https://doi.org/10.1016/j.nicl.2019.102016
- Otte, C. (2011). Cognitive behavioral therapy in anxiety disorders: Current state of the evidence. Dialogues in Clinical Neuroscience, 13(4), 413–421.
https://doi.org/10.31887/dcns.2011.13.4/cotte
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_ Bandelow, B., & Michaelis, S. (2015). Epidemiology of anxiety disorders in the 21st century. Dialogues in Clinical Neuroscience, 17(3), 327–335.
https://doi.org/10.31887/dcns.2015.17.3/bbandelow
- Fonzo, G. A., & Etkin, A. (2017). Affective neuroimaging in generalized anxiety disorder: An integrated review. Dialogues in Clinical Neuroscience
_ Kolesar, T. A., Bilevicius, E., Wilson, A. D., & Kornelsen, J. (2019, January 1). Systematic review and meta-analyses of neural structural and functional differences in generalized anxiety disorder and healthy controls using magnetic resonance imaging. NeuroImage: Clinical, Vol. 24.
https://doi.org/10.1016/j.nicl.2019.102016
- Otte, C. (2011). Cognitive behavioral therapy in anxiety disorders: Current state of the evidence. Dialogues in Clinical Neuroscience, 13(4), 413–421.
https://doi.org/10.31887/dcns.2011.13.4/cotte